Il grande libro dei quiz sulla storia di Venezia by Lara Pavanetto

Il grande libro dei quiz sulla storia di Venezia by Lara Pavanetto

autore:Lara Pavanetto [Pavanetto, Lara]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Newton
pubblicato: 2021-11-03T23:00:00+00:00


69. Cos’era il Bucintoro?

la risposta corretta è la b.

Sono note due raffigurazioni certe della galea di stato dei dogi di Venezia, sulla quale i dogi si imbarcavano ogni anno nel giorno dell’Ascensione per celebrare il rito veneziano dello Sposalizio del Mare: una miniatura della Cronaca del Monastero di Santa Maria delle Vergini, dei primi decenni del xvi secolo, e una xilografia anonima del British Museum di Londra. Dai Diarii di Marin Sanudo, alla data del 24 aprile 1513, sappiamo che il Bucintoro in uso alla fine del Quattrocento era stato realizzato nel 1462. Il termine “bucintoro”, come testimonia anche il Sanudo, deriva dal veneziano buzino d’oro (“burcio d’oro”), latinizzato nel Medioevo come bucentaurus, che sarebbe stato il nome di un’ipotetica creatura mitologica simile al centauro ma con corpo bovino. Non è però escluso che questo termine, nella sua forma arcaica, abbia in effetti risonanze mitologiche, astrologiche e magiche. Boukentauros (“grosso centauro”) era infatti secondo Virgilio il nome di uno dei vascelli di Enea, e pare che sulla poppa dei primi Bucintoro veneziani figurasse appunto una statua di centauro. Il Bucintoro era custodito nell’Arsenale di Venezia, dapprima in un bacino, come attestato dalla pianta di Jacopo de’ Barbari del 1500, e in seguito in un apposito scalo coperto chiamato Casa del Bucintoro, dove la nave era conservata all’asciutto e priva dei suoi preziosi addobbi. Prima di essere utilizzato, il Bucintoro veniva accuratamente calafatato, per ripristinare l’impermeabilità dello scafo, e riaddobbato. Ai remi stavano per esclusivo privilegio gli operai dell’Arsenale, detti arsenalotti, mentre il comando spettava all’ammiraglio dell’Arsenale, aiutato da prua dall’ammiraglio del Lido, che verificava la rotta, e da poppa dall’ammiraglio di Malamocco, che sovrintendeva al timone. Una nave simile al Bucintoro sembra fosse utilizzata nelle cerimonie pubbliche già dal doge Pietro Tradonico nel lontano 836, epoca alla quale si possono far risalire le più antiche attestazioni in assoluto. Le forme e le decorazioni di questo primo periodo erano molto particolari, considerando la piattezza della nave e il suo trainamento a rimorchio. Un altro Bucintoro è citato nel 1311, nella promissione ducale del doge Marino Zorzi. L’imbarcazione si presentava già con le sue tipiche caratteristiche: due ponti, uno per i rematori e uno di rappresentanza sovrastato dal tiemo, la particolare copertura a volta con ampie aperture laterali che permetteva la presenza sulla nave di una vasta sala destinata alle autorità, sopraelevata verso poppa, nella zona destinata al trono ducale. La prua già recava una grande statua raffigurante Venezia nelle vesti della Giustizia. Un nuovo e ancor più grande Bucintoro fu varato nel 1526, in sostituzione del precedente, ormai in cattive condizioni. Questo Bucintoro del 1526 era più grande e riccamente decorato del precedente; la grande statua della Giustizia è giunta sino ai nostri giorni ed è attualmente conservata nel Museo Storico Navale di Venezia. Anche in questo Bucintoro la copertura, il tiemo, era mobile. Nel 1601 fu avviata la costruzione di un’ulteriore versione della nave, varata poi nel 1606, per la prima Sensa (la festa della Sensa) del doge Leonardo Donà, ancora più grande della precedente.



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